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CAPITOLO UNDECIMO

CENNI SULLE PROBABILITÀ AVVENIRE E CONCLUSIONE DELL’OPERA

Prima di chiudere quest’opera non sará fuor di proposito il riepilogare succintamente e quasi a modo di aforismi le conclusioni pratiche piú importanti delle esposte dottrine. E se per farlo mi sará d’uopo replicare alcune delle cose dette, io mi affido che chi legge non sia per averlo a disgrado, trattandosi di tali veri che non sono mai ripetuti né ricordati a bastanza. Il Risorgimento italiano fu un’esperienza civile che da principi lietissimi e quasi miracolosi ri usci a tristo e doloroso fine, e che per ambo i rispetti può e dee servire al Rinnovamento, scaltrendo gli uomini cosi di quello che far deggiono come degli errori che si vogliono evitare. Io credo adunque le avvertenze infrascritte di sommo rilievo; e se a’ miei lettori parranno pure dopo attento esame giuste e fondate, essi vedranno la necessitá di spargerle, svolgerle, divolgarizzarle, accreditarle e farle insomma penetrare nella pubblica opinione, imperocché le veritá politiche non fruttano se rimangono nell’ intelletto di pochi e non diventano abituate negli animi e direi quasi nel costume dell’universale. Ma perciocché le massime generali non sono utili se come si radicano nell’esperienza del passato cosi non mirano alla pratica dell’avvenire, perciò, prima di entrare nella detta ricapitolazione, gioverá il dare un’occhiata al corso probabile dei futuri casi d’Italia e d’Europa, per quanto ci è dato il conghietturarlo dalle presenti condizioni.

Dico «probabili», tranne però un solo capo, cioè il trionfo finale degli ordini democratici, intorno al quale io confesso di