Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/26

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laddove il predominio del maggior numero avvivato e governato dall’ingegno è il colmo della civiltá; privo di tale accompagnatura, esprime l’essenza della barbarie. La quale è il senso dei popoli privo di guida ideale (0, che è quanto dire il senso volgare non castigato dal senso retto. Perciò coloro, che ripongono nel soprammontare del maggior numero senz’altro la perfezione del vivere civile, introducono una regola, secondo la quale i goti, i vandali, gli unni e gli altri barbari del quinto secolo e dei seguenti sarebbero stati i legittimi padroni del mondo d’ allora, e i russi avrebbero balia giuridica di quello d’oggi, anzi le smisurate popolazioni semibarbare, barbare e selvagge dell’Asia, dell’Affrica, dell’Oceania e di una parte di America dovrebbero signoreggiare la piccola Europa. Costoro non avvertono che la civiltá del globo terracqueo è stata sinora un privilegio di pochi, benché sia destinata a tutti, potendolesi adattare la divinq parola: che «molti sono i chiamati e pochi gli eletti» < 1 2 ). L’ignoranza, l’errore, la superstizione e simili pesti da cui risulta la barbarie, sono ancora il patrimonio dei piú, come in origine furono di tutti; laonde la demagogia, assegnando il sovrastare alla turba e gridando in tal senso: — Popolo popolo, — viene in sostanza a gridare: — Barbari barbari, — e tirando le nazioni civili alla rozzezza dei loro primordi, è in sostanza retrograda. Vogliam dunque escludere la moltitudine e tornare al governo di pochi privilegiati? No, sicuramente, ché questo partito, come vedemmo, non è migliore dell’altro, atteso che i pochi scorporati dai molti non possono essere veramente civili. Resta dunque che la moltitudine si appropri l’ ingegno e se lo immedesimi in un certo modo, accettandolo per guida e moderatore, onde non sia eslege e sciolta ma ordinata, perché l’ingegno è la legge viva e direi quasi lo statuto che la natura impone alla folla. La civiltá consiste nel far si che la plebe salga e non mica che il ceto colto discenda, né ella può salire e poggiare altrimenti che alla platonica, cioè sulle ali delle idee e dell’ingegno.

(1) Introduzione, passim.

(2) Matth., xx, i6; xxii, 14.