Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/276

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avvalorato dal voto energico delle popolazioni ; tanto può parer dubbioso che queste sieno per resistere al vano attrattivo di repubblica. Ma io discorro cosi. Il forte delle popolazioni non è repubblicano in nessun lato d’Italia, pogniamo che i pessimi governi di Firenze, di Roma, di Napoli abbiano accresciuta la parte che tiene per lo Stato di popolo. Ma i piú di quelli che antimettono (e chi può biasimameli?) la repubblica alla tirannide preporrebbero la monarchia civile alla repubblica, come piú atta a servir di transito dall’antico stato al nuovo, piú conforme al costume inveterato d’Italia, piú accomodata a cancellare le sue divisioni e ad assicurarne l’indipendenza contro le impressioni e usurpazioni straniere, almeno per un certo tempo. Questa disposizione ha luogo massimamente nei popoli del dominio romano, presso i quali le idee politiche, qualunque forma abbiano in apparenza, non sono altro sostanzialmente che un’opposizione e protesta contro l’odiata signoria dei chierici. Perciò io tengo che di buon grado si acconcerebbero al principato laicale e civile, dove fossero capaci che possa aversi non in mostra ma effettualmente. E il radicare in esse cotal persuasione è in facoltá del Piemonte, mostrandosi nazionale coi guerrieri appresti, progressivo e democratico colle nomine e colle riforme. Niun uomo di retto cuore e di mente sana (quanto che sia grande la sua predilezione per gli ordini popolari) esiterá fra la salute d’Italia per via di una provincia e di un principe italico, e la salute d’Italia per opera degli esterni. Io dispererei della mia patria se la propensione all’ultimo partito in molti annidasse. Vero è che si trova nei puritani, i quali, se mancano d’ingegno e di dottrina, hanno però un’attivitá grande e moveranno cielo e terra anzi che patire che l’Italia sia debitrice della sua salvezza alla monarchia. Ma i puritani son pochi di numero e scarsi di credito; onde le loro arti riusciranno vane, se l’altra parte non si lascerá vincere di ardire e di diligenza. Imperocché l’unico modo che avranno il Mazzini e i suoi aderenti di sconvolger l’Italia sará quello di muover la Francia, ingannandola \ sui veri sensi delle nostre popolazioni. Cosi essi fecero nel quarantotto, per non ricordare simili esempi dell’altro secolo.