Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/358

Da Wikisource.

Bargnani. Premesso il rispetto che si deve ad un grand’uomo, ad un uomo onorando e tanto benemerito pel Risorgimento d’ Italia, dirò in riguardo alle dimostrazioni state fatte ieri sera, essendo stato testimonio delle parole ch’egli ha profferite, eh’ io posso accertare che esse non consistettero in un elogio sopra la nostra attuale condizione politica. Egli non parlò che di Dio; egli disse che per altro Dio vegliava sopra le sorti d’ Italia, che egli aveva fede che queste sorti non avrebbero pericolato, ed infine conchiuse il suo discorso con tre «viva»: questi erano portati al popolo subalpino, alla guardia nazionale di Torino ed all’esercito piemontese. Ora da queste parole si può vedere che mentre ognuno si occupa della questione italiana, che mentre è appunto l’argomento della questione italiana chj è stato causa della dissoluzione ministeriale, il presidente del Consiglio dei ministri si è indotto a prestare i suoi voti al popolo subalpino, alla guardia nazionale di Torino ed all’esercito piemontese.

Monti. Se mi permettono, leggerò quanto venne raccolto ieri sera da uno stenografo del discorso del presidente del Consiglio.

Presidente. Il deputato Lanza ha la parola.

Lanza. Non sará mai vero che in questo parlamento non sorgano pari voci per difendere un nostro collega, il quale, non essendo presente, non può da lui stesso fare le proprie difese (segni prolungati di approvazione dalle tribune ).

Presidente. Non è lecito al popolo delle tribune di dar segni di approvazione o di disapprovazione: se non desistono, io le farò evacuare.

Lanza. Non è solamente un sentimento di generositá che deve essere comune a noi tutti, ma anche un sentimento d’interesse personale che mi spinge a prendere la parola, perché se oggi tocca ad un individuo, domani toccherá ad un altro di essere fatto scopo di qualche accusa; tanta è la facilitá con cui in questi tempi si trascorre alle imputazioni, quasi sempre, infondate. Io adunque nel lodare le intenzioni, le quali indussero il deputato Longoni a protestare relativamente a quell’ indirizzo che, come corre voce, si fa sottoscrivere per presentare al re, acciò restituisca al potere l’ex-presidente del Consiglio dei ministri, dico che gli sfuggirono alcune espressioni le quali, se avesse ben ponderato, non sarebbero state pronunciate dal suo labbro.

Io non entrerò ad esaminare se sia nel diritto de’ cittadini inviare una petizione al re.