Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/45

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politica mirarono tutti a farla passare dalla forza alla sufficienza e dal volgo all’ ingegno, e furono buoni e lodevoli come transiti opportuni, non come stato definitivo. L’ In ghilterra, è il solo paese che soggiacque regolatamente a tali vicissitudini, perché mantenne senza interruzione notabile gli ordini rappresentativi dei bassi tempi ; e dovendo a poco a poco perfezionarli, le fu mestieri trascorrere per le stazioni interposte fra i germi rozzi del medio evo e la matura civiltá odierna. Ma coloro che vorrebbero tirare il nostro secolo ai progressi britannici del tempo di re Giovanni o dei primi Annoveresi, concentrando la rappresentanza nel banco o nel territorio, dovrebbero del pari sostituire nei viaggi al vapor terrestre e marittimo le gondole e le carovane. E non veggo per qual ragione non ci ricondurrebbero ai feudi, conciossiaché la teorica della proprietá rappresentativa non ha la sua perfezione che negli ordini feudali. Qual governo cade nell’errore di assegnare alla terra e alla moneta l’ indirizzo delle cose pubbliche, è demagogico senza avvedersene; opprime e corrompe il popolo, debilita lo Stato ed è infine micidiale di se medesimo. Noi prova forse senza replica il fresco e ragguardevole esempio dei primi Borboni e degli Orleanesi?

La capacitá dunque e la capacitá sola è rappresentativa di sua natura, essendo che la virtú di rappresentare, propria del pensiero, non si attua fuori dell’ingegno, che è lo specchio di esso. Se ne vuol forse perciò inferire che la proprietá e la ricchezza si debbano escludere? No certo, perché abilitando esse, quando son bene usate, e aiutando lo svolgimento delle potenze morali e intellettive, porgendo cogli agi l’ozio opportuno all’acquisto delle cognizioni piú pellegrine, e promovendo inoltre l’istinto naturale e necessario della conservazione, conferiscono una certa sufficienza e quindi un titolo al maneggio degli affari. Ma questo titolo non è unico né principale, e si fonda non mica nel possesso dei beni materiali ma nelle abitudini che nv derivano. L’opulenza per sé non è titolo: solo può agevolarlo e produrlo per indiretto. Partecipi adunque il ricco allo Stato, ma come valentuomo e capace, non come ricco. E non abbia la