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libro secondo - capitolo settimo | 77 |
degli autori e delle lingue classiche dall’educazione o ridotto a pochissima cosa, e si accordano su questo punto colla scuola mistica, benché per ragioni molto diverse. La quale considera il cristianesimo come l’unica base della civiltá nostra e reputa l’antico retaggio che i greci e i romani ci tramandarono per cosa corrotta e diabolica. E si divide in due fazioni: L'una vaga dell’assoluto e l’altra del popolo. Quella fa del papa un autocrate, questa un tribuno; ma amendue si somigliano in quanto ripongono la cultura nell’ascetica e mutano la cittá in un convento governato all’aristocratica dai vescovi e dai gesuiti, o alla democratica dai curati e dai cappuccini. La prima ebbe per fondator principale [[Autore:Sant'Ignazio di Loyola
|Ignazio di Loyola]], la seconda è assai piú vecchia e produsse in tempi diversi le rivoluzioni fratesche del
Bussolari, del Savonarola e del Campanella1. Questa vorrebbe mutar la cittá in una repubblica di piagnoni e di quaccheri o moravi ortodossi; e benché faccia professione leale di dolcezza e di mansuetudine, il suo zelo religioso, piú fervido che assennato, non può assicurare gli amatori del vivere libero; i quali sanno che un eccesso tira l’altro e che i falò dei libri hanno sovente accesi i roghi degli uomini. Né ella si ristringe fra i termini della politica, ma vuole eziandio una riforma economica, la quale si riduce in sostanza a una spezie di comuniSmo cristiano, fondato sul divieto teologico dell’usura e sul giure pontificio bandito dal Ghislieri.
Le due opinioni negative ed opposte non hanno mestieri di lunga critica. I politici positivi ben fanno a riprovare lo studio dell’ antichitá scompagnato da quello delle idee e delle cose moderne, il quale solo può adempiere i difetti di quella e impedirne le torte imitazioni. Ma investigata e meditata coll’uso di tal criterio, ella è ricca di tesori che altrove non si rinvengono, e chi n’è digiuno non potrá mai avere a compimento buon gusto
- ↑ Gl’interpreti piú chiari della parte liberale mistica ai di nostri sono il padre Ventura in Italia e il padre Lacordaire in Francia. La parte illiberale non ha scrittore vivente di grido, ma il suo oracolo è Giuseppe di Maistre, e i suoi banditori sono i diari gesuitici si francesi che italiani.