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CAPITOLO SESTO

DELLA DEMOCRAZIA E DELLA DEMAGOGIA

Risultando dalle cose dette che, qual sia la forma accidentale di governo destinata a prevalere nel Rinnovamento, ella dovrá essere e sará democratica, si vuole esaminare in che risegga l’essenza della democrazia e per quali caratteri dalla demagogia si distingua, la quale, screditandola e uccidendola, è la sua maggior nemica. La democrazia è il predominio del popolo; e due sono i principali fattori del popolo, cioè la plebe e l’ingegno, intendendo sotto il nome d’«ingegno» non solo i doni mentali ma il loro indirizzo virtuoso, almeno per ciò che riguarda le estrinseche operazioni. Conciossiaché intelletto e volere sono i due poli di una facoltá unica, e i pregi dell’uno disgiunti da quelli dell’altro sono spesso piú nocivi che utili, come la ragione e l’esperienza concorrono a provare. Confrontando insieme l’ingegno e la plebe, pare a prima vista che l’uno sia valore e l’altra numero; l’uno individuo e l’altra moltitudine; l’uno spirito, cervello, nervo, l’altra braccio, muscolo e materia; per guisa che in loro versino i due estremi della catena sociale, onde la plebe è la parte infima e come la base, l’ingegno è la parte piú esquisita e la cima. 11 che è vero, ma solo per un rispetto; giacché se questi contrapponimenti non fossero temperati da non so che di comune, vana opera sarebbe l’armonizzarli colla dialettica civile, o al piú si potrebbero unire per via di aggregato e non di unione intima, organica e perfetta.

Da una considerazione piú attenta e profonda si ritrae che plebe e ingegno sono due manifestazioni diverse di un’essenza