Pagina:Gioda - Il baco da seta,1926.djvu/62

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Si pensi ai prodotti della respirazione che fuorescono dalle stimme dei bachi e si ricordi che un’oncia di bachi non è lontana dai 50 mila individui. Si pensi alla umidità che naturalmente emana dalla evaporazione della foglia fornita più volte al giorno. Si consideri l’aggravante che il bachicultore ha tendenza a tener chiuse le finestre proprio nelle giornate peggiori quando l’umidità si accumula nella bigattiera per minor richiamo verso l’esterno e quando forse la foglia è stata ritirata dai gelsi dopo una pioggia. Ci si spiegherà allora la causa di tanti insuccessi e dello svilupparsi di tante malattie alle quali un organismo indebolito non riesce ad opporsi.

Non si abbia mai timore di agevolare la ventilazione di una bigattiera, perchè l’aria è condizione essenziale di salute pel baco. Ma ciò si faccia con prudenza: si evitino le correnti dirette sui graticci disponendo avanti a porte e finestre ampi tendaggi, si evitino sopratutto correnti di aria fredda, che improvvisamente possano determinare uno sbalzo di temperatura ove i bachi vivono.

Nelle campagne è radicata l’opinione che le finestre a mezzanotte non debbano mai aprirsi perchè l’aria di mezzanotte porta le infezioni. E si citano casi di allevamenti che ebbero a