Pagina:Giorgio G F Hegel - La fenomenologia dello spirito, 1863.djvu/25

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3.


Il principio non è il completamento.


Senonchè questo nuovo mondo ha così imperfetta realtà, quanta il neonato: il che non deve lasciarsi inosservato. Ciò che sorge è l’immediato, o la sua nozione. Come un edilizio non è approntato con le sole fondamenta; così l’afferrata nozione dello intiero non è l’intiero stesso. Se noi vogliamo vedere una quercia nella forma del suo tronco, nella dilatazione de’ suoi rami, nell’ammasso delle sue foglie, non siamo contenti allorché in sua vece ne venga mostrato un pollone. Cosi pure la scienza, corona del mondo dello spirito, non è compiuta col suo incominciare. L’inizio del nuovo spirito è il prodotto di un’ampia rivoluzione di moltiplici formazioni, meta di strade variamente intrecciate, e di altrettanti tentativi e sforzi. Esso è l’intiero che ritorna in sé dalla successione come dal suo estendersi, la nozione dello stesso divenuta semplice. La realtà però di questo semplice intiero sta in ciò, che quelle forme divenute momenti si sviluppano di nuovo e si danno una forma, però nel loro nuovo elemento della sviluppata maniera di sentirla.

Poiché l’apparizione del nuovo mondo in sulle prime sta ancora nell’intiero, velato nella sua semplicità, o nel suo universale fondamento, la ricchezza del precedente Essere determinato è presente alla coscienza sol come ricordanza. Essa perde con le nuove apparenti forme la estensione e specialità del contenuto; perde anzi la configurazione della forma, per la quale la differenza è determinata con sicurezza ed ordinata nelle sue stabili relazioni. Senza tal fisonomia, la scienza manca dell’universale intelligibilità, ed ha l’apparenza d’esser, l’esoterico possesso di un solo. Ho detto esoterico possesso, perocché si presenta nella sua nozione, ossia nel suo interno: ho detto di un solo; perocché la sua apparizione non dilatata fa il suo Essere determinato individuale. La prima volta che qualche cosa sia perfettamente determinata, essa è essoterica, comprensibile, e capace di essere appresa e di divenire proprietà di tutti. L’intellettuale