Pagina:Giorgio G F Hegel - La fenomenologia dello spirito, 1863.djvu/26

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forma della scienza ho la via che vi mena spianata per tutti ed a tutti aperta; ed il cogliere la razionale conoscenza per via dell’intelletto è l’esatto postulato della coscienza che porta alla scienza. L’intelletto, in fatti, è il pensiero, il puro Io; l’intelligibile è il già conosciuto ed il comune della scienza e della non iscientilica coscienza; perlo quale questa immediatamente può passare all’altra.

È riprovevole la scienza che comincia e non si mena nò al compiuto de’dettagli nò alla perfezione della forma. Ma quando bisogna coglierne l’essenza, sarebbe inesatto ed inammessibile il non voler riconoscere la necessità del successivo sviluppo.

Tale contraddizione sembra essere il nodo più forte, sul quale siaffatica oggi l’educazione scientifica, senza averlo inteso convenientemente. Una parte mette mano alla ricchezza del materiale ed all’intelligibilità: un’altra si burla di ciò e si attiene all’immediatarazionalità e divinità. E quando gli uni, sia per la forza della veritàsoltanto o per la veemenza degli altri, vengo n messi al silenzio; ed in vista del fondo della cosa si senton sopraffatti, in vista di quelleesigenze, cui trovan giuste e non soddisfatte, non restano contenti. Il loro silenzio viene a mezzo dalla vittoria, ma può venir pure dalla noia e dall’indifferenza che è il seguito di un’attenzionecostantemente aizzata e non seguita dall’adempimento delle promesse.

Gli altri, in vista del contenuto, con abbastanza di faciltà s’estendono di molto: attirano a sé una quantità di materiale, cioè ilgià conosciuto ed ordinato; con la qual cosa, trattandosi di singolarità e curiosità, pare che essi possedessero il resto di che s’impacciava la conoscenza di quella specie; pare che dominassero anche il non ancora ordinato, e che soggettassero tutto all’assoluta Idea, la quale, perciò, pare riconosciuta in ogni cosa e volta ad ampia scienza. Considerando però più davvicino cotanto distendersi, apparisce nonvenir esso a stabilità per ciò che l’uno ed identico siasi diversamente conformato; ma perchè è l’informe ripetizione dell’uno ed identico, che applicato estrinsecamente a diverso materiale ottiene una noiosa apparenza di diversità. L’Idea vera persé, in fatti, resta sempre qual’era in principio; lo sviluppo non