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21 ottobre 1915.


Mia cara mamma,

siamo rimasti qua anche stanotte, contro ogni nostra previsione. Ti scrivo in fretta, perchè sembra che stamani dovremo levare il campo un’altra volta. Tutto questo è divertentissimo, in mezzo all’animazione alacre di questa vita nomade e guerresca. È commovente il nostro stato d’animo. Ci sentiamo tutti come purificati, più amorevoli, più sinceri, più liberi, come staccati dalle miserie e dalle bassezze mediocri del mondo. Se tu vedessi la nostra allegria! I nostri soldati ci adorano, non hanno occhi che per noi, ci circondano di mille cure, hanno in noi una fiducia quasi infantile, piena d’ingenuità e di nobiltà. Io godo una salute di ferro, grazie al Cielo, e una serenità gaia e imperturbabile. Questi paesaggi sono d’una bellezza sublime. Abbiti mille e mille baci, mille e mille abbracci dal tuo

Giosuè.