Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/170

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agognato di offrire il mio braccio e, se occorre, la mia vita per la mia patria. Intanto il Signore, nella sua infinità bontà, benedice più di quanto non osassi sperare i miei poveri sforzi con cui mi vado industriando di lodare il Suo nome tra i miei soldati. Molto mi aiuta la terribile eloquenza della guerra, molto la sete di giustizia, di verità e d’amore che Iddio ha saputo porre nel cuore di tanti suoi umili figli, ma adesso mi è caro pensare che debbo molto all’ausilio potente della sua preghiera apostolica, Eminenza. E infatti, come potrei dubitarne? Che cosa potrebbe negare il padre amoroso di tutti gli uomini a colui che ha chiamato Egli stesso ad essere sal terrae e lux mundi, e che sa obbedire con così strenua fedeltà al divino richiamo?

Preghi dunque ancora per me. Sento che in questo momento di orrore tempestoso si maturano le nostre sorti, sento che questa è un’ora decisiva per tutti, per la nostra Italia, per l’Europa, per la Cristianità, per il genere umano, e che tutti dobbiamo tendere ogni nostra facoltà a compiere il massimo nostro sforzo, perchè vinca il Bene, perchè sia fatto