Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/226

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anche tu hai riposto ogni tuo bene. Quando tu leggerai queste mie parole, io sarò già libero, sciolto e al sicuro, ben lontano dalle miserie del mondo. La mia guerra sarà finita, e io sarò alla pace. La mia morte quotidiana sarà morta, e io sarò giunto in alto, alla vita senza morte. Sarò in fàccia al Giudice che ho tanto temuto, al Signore che ho tanto amato. Pensa, mamma, che, quando tu leggerai queste parole, io ti guarderò dal Cielo, a fianco dei nostri cari: sarò con babbo, con la mia Laura, con Dino, il nostro angioletto tutelare. Saremo, lassù, tutti uniti e in festa ad aspettarti, a vigilare su te e su Gino, a prepararvi con le nostre preghiere il luogo della vostra gloria sempiterna. E questo pensiero non deve bastarti solo ad asciugare tutte le tue lacrime e a riempirti d’una gioia indicibile? No, no, non piangere, mamma mia santa, e sii forte come sei sempre stata. Anche se non ti basta la compiacenza d’avere offerta alla nostra adorata Italia, questa terra gloriosa e prediletta da Dio, il santo sacrificio della vita d’uno dei tuoi figli, pensa in ogni modo che non devi ribellarti neppure per un istante ai decreti