Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/229

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buon cittadino verso la terra che gli diede i natali, ecco che io mi distacco, tra il rimpianto di tutti coloro che mi amano, da una vita di cui già troppo sentivo il fastidio e il disgusto. Lascio la caducità, lascio il peccato, lascio il tristo e accorante spettacolo dei piccoli e momentanei trionfi del male sul bene, lascio la mia salma umiliante, il peso grave di tutte le mie catene, e volo via, libero, libero, finalmente libero, lassù nei cieli dove è il Padre nostro, lassù dove si fa sempre la sua volontà. Figurati, mamma, con quanta esultanza accetterò dalle sue mani anche i gastighi che mi imporrà la sua giustizia per i miei peccati. Egli stesso li ha tutti pagati coi suoi meriti sovrabbondanti. Dio di misericordia e di pietà, riscattandomi col suo sangue prezioso, vivendo e morendo per me quaggiù. Soltanto per sua grazia, soltanto con Gesù Cristo io ho potuto ottenere che i miei peccati non fossero la mia morte eterna. Egli ha visto le lacrime del mio pentimento, egli mi ha perdonato per bocca della sua Sposa illibata, la Chiesa. Spero che la Madonna, così pietosa e benigna per noi, mi assista col suo potente aiuto quell’istante