Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/64

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tori, i quali ne sono stati, novantanove su cento, anche gl’ingegneri costruttori, dirigendo personalmente il lavoro degli zappatori.

La guerra, se non avesse altro vantaggio, ne ha uno indiscutibile, quello di dimostrare chiaramente quanto sia mutevole e relativo il concetto della felicità terrena. Poveri voi, che siete rimasti a casa! Di quante cose superflue è ingombrata la vostra povera e complicata vita cittadina! Di quanti ninnoli insulsi vi siete fatti gli schiavi! Quante cose vi circondano che credete indispensabili, e non sono altro che impacci inutili! E invece non sapete quanto poco basta ad un uomo per fare una vita sana, allegra, attiva e forte, la più piena e ricca del mondo. Chi dei miei amici non si crederebbe giunto all’estremo dell’inopia e della infelicità, se fosse costretto a lavarsi le mani in una specie di catinella approssimativa, sulla soglia di casa sua; se dormisse in una tana dove si entra carponi, sopra un mucchietto di biada appena coperto da un cencio? Eppure i nostri profondi sonni non sono meno allietati da sogni lusinghieri, eppure all’alba le nostre voci di saluto non sono meno gaie e squillanti,