Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/63

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di ritrovo, girano e perlustrano avanti a tutti, sorvegliate ogni momento dagli ufficiali subalterni in ispezione. Ma della vita degli avamposti, che è molto mossa e divertente anche in tempo di sosta e di relativa tranquillità, te ne parlerò a lungo un’altra volta. Per questa volta ti parlerò della vita al campo in riserva.

Il campo dunque è fatto — mio Dio, chiamiamole pure così — di capanne: capanne scavate per metà nel terriccio, con un tetto fatto di assi coperte di zolle erbose, che nelle capanne più ricche e sontuose coprono anche uno strato di tegole. Le zolle erbose sono per ingannare gli aeroplani nemici, perchè non possano scorgere l’accampamento dall’alto. Quando l’aeroplano è in vista, e si cominciano a sentire i rombi frequenti delle batterie antiaeree, si ripiegano in fretta i teli da tenda e si ritirano i panni stesi, ed ecco tutti i soldati sulle soglie delle capanne col naso per aria a seguire la caccia. Il campo ha tutto l’aspetto d’un villaggio di trogloditi. Il lusso è tutto all’interno, perchè, mia cara mamma, noi possiamo permetterci dei lussi, e ogni capanna rivela chiaramente i gusti e l’indole dei suoi abita-