So ben che l’empia al fatal varco Bieca ti attese: l’estreme, e squallide 12Ore, e l’insidie le porgean l’arco. Le Grazie piansero, e afflitti invano Ti furo intorno d’Ombrone i candidi 15 Genj, che porgerti volean la mano: Dal crin biondissimo le ghirlandette Gioventù svelse sparsa di lacrime, 18E Amore pallido sull’arco stette; Ma a te dal lucido Olimpo il ciglio Ebe vezzosa rivolse e rapida, 21T’involò al barbaro vicin periglio. Così la tenera d’Amor nutrice Discese in guardia del Garzon Frigio 24Dall’Acidalia alma pendice. Ah su te vegliano gli Dei pietosi: E or del Tuo nome sparso di gloria 27Miei carmi veggionsi andar fastosi.