Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/108

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— 1 02 — zione delle opere del Vittoria; e ogni qualvolta cadeva il discorso su questo scultore, ne raccomandava agli artisti lo studio e l’imitazione. E chi scrive fu da lui stesso sollecitato, affinchè la patria ne faccia scolpire il busto, onde collocarlo nel Panteon, dove figuravano allora gli altri busti degli uomini sommi nelle arti. Queste parole d’uomo di tanto merito suonarono assai gioconde al mio orecchio; e il Consiglio della patria, a cui furono da me riferite, aveva approvato la degna proposta. La sola malignità dei tempi che succedettero al 1805, anno, in cui questo eccitamento usciva in Vienna dal labbro del Canova, allorché ivi ergeva il monumento a Maria Cristina, e la mutata destinazione del Panteon, ne impedirono P esecuzione. Ma ritorniamo al racconto. Alessandro Vittoria, già presso aH’ottantcsimoprìmo anno dell’ehi sua, sebbene ancor scevro di quelle infermità fastidiose clic sogliono accompagnare la decrepitezza, pensò di dar opera a fabbricarsi la tomba. Chiese la permissione al capitolo delle monache di San Zaccaria di alzarla nella loro chiesa, e P ottenne nel 1002; cosicché ancor nel Settembre del medesimo anno si pose al lavoro; nell’esecuzione del quale impiegò varii artefici e discepoli suoi: Andrea Dall’Aquila, Vigilio Rubini, Pietro Furlani, scultori; Zanetto intagliatore, Radicchio squadralore, maestro Gregorio muratore, Simonc Raguseo pittore; mettendovi mano egli stesso indefessamente. Ridottolo a termine (il che fu nel 1(505) lo fece rizzare presso la sacrislia, c compostasi in disparte P arca, quasi dirimpetto alla cappella Digitized by Googte