Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/110

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— 104 — l’Architettura, a guisa di cariatidi, reggono una cornice; e di sopra, fra mezzo ad un frontespizio a cartoccio, siede la Scultura, arte dal nostro Alessandro prediletta. Formandola giovane, bella, ma severa come il simulacro della Filosofia, pare ch’egli volesse alludere alle qualità richieste per esercitarla degnamente, e all’efficacia delle impressioni che suol desiare negli animi disposti a sentire il bello. Ai lati stanno due putii, egualmente di marmo, in atto di piangere; e tutte queste cinque figure spirano un compassionevole affetto, un dolore temperato dalla rassegnazione. Questo deposito si raccomanda per la purità del disegno, e per la sobrietà, convenienza e unità della composizione. Più lungi dal ccnotafio, evvi posala l’arca, ove gli amici, i parenti, i discepoli interrarono la sua salma. La copre una negra lapide coll’epigrafe surriferita. Ma sul deposito gli amici fecero intagliare, a gloria del suo nome, il seguente elogio: ALEXANDER. VICTORIA QVI. VIVENS. VIVOS. DVXIT E. MARMORE. VVLTVS. Elogio non punto maggiore del vero; imperocché sono segnatamente i volti quella parte della scultura, nella quale Alessandro non fu ad alcuno secondo; e pochi altri, al pari di lui, seppero dar vita alla creta, alle pietre ed ai bronzi. II ritratto dell’uomo insigne si vede pure nella fabbrica della scuola di San Giovanni, ora stanza del veneto Ateneo, in una tela che serve di soffitto alle Digitìzed by Google