Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/118

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— 112 — sestiere ov’cgli abitava; c il ritratto del doge Vcnier in busto di marmo, che regalò alla Signoria di Venezia; e un quadro che donava, come dicemmo, all’imperatore Rodolfo II. Alessandro fu bello ed aitante della persona; aveva uno sguardo vivace, la fronte ampia, un poco sporgente e nella sommità alquanto eminente; la carnagione bianca c rubiconda. Di tempera fu ardentissimo, e di corpo si agile e gagliardo, che, sebbene premuto dalla gravosa età d’olire settantanni, pure s’era conservalo sanissimo e incedeva ritto, ed era ancora si destro c di tanta lena clic, messosi collo scarpello intorno ad un marmò, levandone grandi schcggie a gran colpi e senza sforzo, più ne spiccò egli in un’ora, che alcuno de’ suoi giovani in due. Tale era, come artista e come uomo, Alessandro Vittoria, la gloria del cui nome fiorisce ancora e durerà perpetua. E ben a ragione lamentano i savi che nella propria sua patria si desideri tuttavia un monumento degno di lui. Ma forse non andrà molto che a questo nobile desiderio verrà adempiuto; perchè Trento è città colta c gentile, tenera dell’onor proprio e di quello della nazione alla quale appartiene. Digitìzed by Google