Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/33

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— 27 — confermarono l’amicizia del Tiziano, del Tintoretto, di Marco Mantova, del Verdizzotli e d’altri uomini non meno distinti. La Signoria medesima servivasi dell’opera sua a compiere le cose già cominciate dal suo maestro, il quale n’era contentissimo. Avendo il Sansovino ordinalo che i fornici delle due branche di scala c dei pianerottoli della Libreria di San Marco fossero ornali di stucchi, ripartiti in più vani con aggiustata euritmia e vago intreccio, i Procuratori di Supra ne allogarono il lavoro nel 1559 al Vittoria, che vi si applicò con tutto lo spirilo per eseguirlo lodevolmente. «Nobile e vago (dice il Tcmanza) è l’intreccio e di varie forme, con cornici all’intorno di frutta e di frondi così bene condotte, che incontrarono l’applauso universale della città. Terminato questo lavoro, passò Alessandro a dar mano agli stucchi delle Scale del ducal palagio, per cui si ascende al Collegio, Siccome le censure il più delle volte avviliscono gli artefici, cosi le lodi gli animano e stimolano a far cose migliori. Di vero gli stucchi di queste Scale del palagio sono di gusto assai migliore di quelli della Libreria; men rilevati e meno pesanti, sono spiccati con grazia e morbidezza; ed il riparto è così maestoso e nobile, che niente più resta a desiderarsi. Questi stucchi furono messi ad oro nelle parti che lo richiedevano; onde l’opera è riuscita di tale magnificenza, che anche oggidì esse scale si chiamano le Scale d’oro. Ma se Alessandro (continua il Temanza) fu eccellente nello scolpire i marmi, superò, nonché gli altri, ma si può quasi dire, se stesso nel maneggiare lo stucco. E poiDigitized by Google