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dire, una perpendicolare col ginocchio e colla coscia; mentre la sinistra gamba è lenta e con qualche inflessione nel suo ginocchio. Pare nel punto di parlare alle turbe. Le muscolose membra, scarne alcun poco, ma non eccessivamente, rivelano la diligenza d’un lavoro sublime, ed una intelligenza anatomica che sorprende. La statua sorge sopra un breve piedestallo circolare, su cui è scolpito: ALEXANDER. VICTORIA. F.» Ma veniamo ornai ad una delle opere più meravigliose c la più celebrata fra quante fino allora gliene uscissero dello scarpello, cominciata non prima del 1565, quando egli contava l’anno quarantesimoprimo dell’età sua. Di questa è ragion che parliamo alquanto dislesamente; e in ciò ne lasceremo guidare la penna dagli uomini dell’arte, Vasari e Temanza, e quindi diremo l’efTctlo che a contemplarla si fece sentire sull’animo nostro. «Fece Alessandro, dice il Vasari, nei Frati minori (cioè nella chiesa detta dei Frari in Venezia) una cappella, e, nella tavola di marmo che è bellissima e grandissima, l’Assunzione della nostra Donna di mezzo rilievo con cinque figurone a basso che hanno del grande e sono fatte con bella maniera, grave e bello andare dei panni, e condotte con diligenza; le quali figure di marmo sono san Girolamo, san Giovambattista, san Pietro, sant’Andrea e san Leonardo, alle sei piedi l’una, c le migliori di quante opere ha fatto finora (il Vasari scrisse queste cose nel 1566). Nel finimento di questa cappella, sul frontespizio, sono due figure, pure di marmo, mollo graziose e alte otto piedi