Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/47

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PARTE TERZA Jjode non meno schietta e sincera debbe venire al nostro Alessandro da un’altra bella virtù che l’adornava: r affetto caldissimo verso la patria. Passalo appena a seconde nozze, egli condusse la novella compagna a vedere la città dov’era nato; la presentò agli amici e ai parenti, la fece partecipe d’ogni impressione che gli destava nell’animo la memoria degli anni infantili. Nella breve dimora che fece in Trento egli andò in traccia di giovani, che fossero di natura inclinali alle arti ingenue, onde consigliarli, istruirli, soccorrerli all’uopo. Trasse di quivi a Venezia il cugino Andrea Dall’Aquila, nipote a quel Sigismondo, che per senno e patriolismo fu uno dei cittadini più distinti nell’età sua; e lo prese a discepolo, e l’ebbe finché visse carissimo. Vediamo perciò il Dall’Aquila avere operato non solo in molte imprese del Vittoria, ma ben anche in quelle di altri e nello proprie. Fra queste ultime basterà ricordare la statua da esso scolpita in pietra, rappresentante la Madonna nella chiesa Digitized by Google