Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/48

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— 42 — idei Gesuiti in Venezia; e quella nel tempio delle Vignole, pure rappresentante la Nostra Donna fra due santi, con un’aria veramente celeste. Rarissime volte apponeva il Dall’Aquila il proprio nome alle opere sue; c quindi della maggior parte svanì la memoria. 11 tempio delle Tignole fu poi distrutto, c l’opera mirabile del Dall’Aquila o peri con esso o fu trasportata non si sa dove. Nondimeno, anche a chi altro non avesse veduto di mano di questo scultore, basta la sola Madonna nella chiesa dei Gesuiti per farlo stimare. Alessandro Vittoria, per impulso connaturale, c forse anche memore delle proprie vicende col Sansovino, non solo incaricava frequentemente i suoi discepoli dell’una o dell’altra opera, ma lasciava loro libero campo di assumerne da per sé; e in queste ancora era a lor sempre cortese di consigli e d’ajuto. Di cotesta deferenza è testimonio il mollo che da’ suoi scolari fu allora operalo in Venezia, come è a vedere negli scrittori di quella illustre città. Da Trento egli trasse parimente certo Battista,

  • detto il Trentino, che vedremo lavorare sotto di lui in

parecchie opere, c Bernardino da Sant’Agnese, Oderico Tedesco, certo Allobcllo, Vigilio figliuolo di Lorenzo Rubini e di Margarita Vittoria, sorella di lui; e molti altri, dei quali non accade fare menzione. Di qui pure egli avea chiamali altra volta quei tre fratelli Giovanni, Giovannanlonio c Lorenzo, figli di Vincenz o Vicentini, detto il Padovano, scultore dell’organo di Santa Maria Maggiore in Trento, e probabilmente già suo maestro; e messer Giovanni Dalsasso, ed altri che Digitized by Google