Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/61

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— 55 — Andrea Palladio, quando andò a Trento dal reverendissimo Cardinale»; che era appunto il Cardinale Cristoforo. Per le quali considerazioni amianto accostarci piuttosto all’opinione di quell’erudito, che il disegno della nuova fabbrica del Castello del lluon Consiglio attribuisce a Giammaria Falconetto, architetto ancor esso assai distinto. Cotesto artista, per avere seguilo le parti dell’imperatore Massimiliano I e tratto a tale sentimento buon numero di veronesi e ottenuto provigione e privilegio dal principe per aver dipinto sopra lutti gli edilieii pubblici gli stemmi imperiali, tornata la città di Verona sotto gli antichi signori, fu costretto a partirsi per sicurezza della persona, seguendo le schiere imperiali che nel 1517 si ritrassero a Trento, ov’egli per qualche anno esule dimorò, c fu caro al principe vescovo Bernardo desio. E pare che appunto il Clesio rassettasse dipoi al Falconetto le cose sue colla Repubblica Veneta, per mezzo del Cardinal Bembo, ch’era del Clesio amicissimo. Perlochò da Trento il Falconetto passò a Padova, ove si fermò, siccome a confine stabilitogli dalla Signoria; e, come dico il Vasari, godette sempre il favore del Bembo c del nobile veneto Luigi Cornalo. Non mancò per altro chi la fabbrica del Castello attribuisse al Sammichcli; ma una sola occhiata sulle fabbriche erette da quest’insigne veronese basta a confutare siffatta credenza. Ben era disegno di lui la bellissima ed elegante facciata della casa già Sardagna, ora Ciani, rimasta per tre secoli illesa, ina nel presente guastala infelieissimamcnlc dall’ignoranza. Accanto Digitized by Google