Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/64

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minalo dallo Scandii nel suo Microcosmo. Un Tommaso Dossi dipinse assai in Verona, e distintamente in San Fermo e Rustico; e forse è il nostro. Di mano d’un Dossi, qualunque dei prefali si fosse, erano i ritratti al naturale di tulli i vescovi trentini, con Carlo Magno nel loro mezzo, nella facciata interna del Castel ycccliio di verso ponente; che, guasti alquanto dalla malignità del tempo, furono in mal punto ai di nostri ritoccali da uno sciupamcsliere. Annunzio Galizzi, miniatore trentino, passò dalla patria a Milano con Fedele Galizzi sua liglia, che lavorava di minio e d’olio egregiamente, c a proprio stile, non tenendo alcun clic dello scuole allora conosciute in Italia: la quale circostanza, notala dal Ticozzi e dal Lanzi, conviene mirabilmente colla nostra credenza, che Trento avesse la sua scuola propria e distinta; da cui già prima erano usciti il Moscone, il Vittoria, fra Giovanni da Trento, il Dall’Aquila, i Vicentini, il Carra, e quegli altri clic nominammo tra scultori c fusori; e i Cavalli e i Caprioli e il Cavallieri, incisori distinti; il tener discorso dei quali ci porterebbe troppo lontano dal nostro assunto. Solamente ci sia permesso di aggiungere, clic di questa scuola trentina troviam. monumenti ancora nel settecento; e fra questi la Cappella del Crocifisso nel Duomo, eretta dal principe vescovo Alberti di Poja, che ambiva di promuovere ogni sorta di utili e ameni sludii; la quale opera, per quanto si risenta dei vizii del suo secolo, ci palesa un grado di coltura non comune nelle arti, per gli squisiti lavori di scultura, pittura e plastica, che da ogni lato. Digitized by Googk