Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/65

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— 59 fino all’estremo della cupola, investono le pareti o fregiano le grandiose dipinture del Lotto (1). E una traccia di quella scuola ci viene eziandio dalle opere del nostro pittore e architetto Andrea Dal Pozzo, nelle prospettive eccellentissimo; e nei tempi successivi da quelle che vediamo avere condotte a quel merito che sappiamo l’Oradini, il Piazza, scultori e architetti; il Falciari, il Mignocco, Giuseppe Alberti, il Dorigali, il Firmiano, il Rensi, il Guardi, ed il Lampi, e tutta l’onorata schiera dei nostri pittori, Le quali cose giovi aver dichiarate, non tanto perchè richieste dalla materia di cui ragioniamo, quanto perchè n’abbia lume la storia delle arti nella patria nostra. Riconduciamo ora il discorso ad Alessandro Vittoria, del quale abbiam già narrata la vita fino al suo pieno meriggio, Ma pria d’andare innanzi a favellare dell’altra parte di essa, sarà opportuno, quasi a conseguenza dell’esposto quadro delle arti-nostre di allora, il ricordare com’egli fu ancora valente nella pittura. Non potrassi giammai imprimere bastantemente ai giovani artisti, essere il disegno padre e balio della pittura, scultura ed architettura. E il Vittoria, non solamente sapeva disegnare assai bene l’oggetto ideato per la scultura, ma dipingere in tavola e in tela, e consigliava e ajutava i pittori, anche più destri in Venezia; cosicché «quasi tutti (scrive il Temanza) rispettarono (t) Queste furono mulilate, pochi anni sono, per pretesa necessità di rislauro della cappella, da cui furono anche le* vate delle statue e collocate in luogo assai disadatto. Digitized by Google