Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/68

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— f,‘2 — ma di genio diffìcile e volto in ogni cosa a ritroso di quello del Vittoria, al giudizio del quale sdegnava di assoggettarsi, massimamente dacché conobbe costui proteggere il Palma; e veggendolo quindi venire in buon credito, cominciò a temere clic non gli passasse innanzi e gli levasse gran parte del guadagno. Biasimava le opere altrui, c le proprie poneva alle stelle; voleva insomma governare egli solo le cose dell’arte; perciò gli animi loro si *erano esasperali. Arrogi, che già da gran tempo lo pungeva l’ira nel vedere Alessandro ricerco c adoperalo dovunque bisognasse fabbrica o dipintura, quasi arbitro nella distribuzione dei lavori fra gli artisti, e consigliere e giudice delle opere loro. Vero è, che dell’acerbo risentimento di costui era preceduta di poco un’altra cagione; ond’egli, covatosi in petto lo sdegno, stava attendendo, a darci sfogo, qualche acconcia occasione. Ma rimettiamoci a dimostrare la somma intelligenza del Vittoria nell’arte pittorica e insieme la gentilezza dell’animo suo; e quindi, quanto meritamente si apprezzasse ogni suo giudizio, c quanto ingiusta fosse la gelosia delL’Aliense. Evvi negli scrittori Hidolfi e Temanza racconto particolare di molli tratti di lui, che a queste virtù si attengono; ma vagliaci per tutti il ricordarne sol uno c così distinto, che sarebbe proprio un peccalo di non addurlo. Avvenutosi Alessandro un certo di nello Schiavone, pittore di molto merito, ma non per anco conosciuto, e, come dice il Temanza, tanto umile c dimesso di spirito, ch’egli stesso poco apprezzava le opere sue, Digitized by Googl