Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/67

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— Gl — slrò nel tempo stesso quanta stima egli facesse del valore dell’altro. Ma, come non frodava mai il merito della debita lode, sapeva usare a tempo franchezza nel censurare i difetti, e specialmente quelli che provenivano da smodata ambizione. Al quale proposito è memorabile il savio e dolcissimo modo con che corresse la giovanile baldanza del dipintore vicentino Alessandro Maganza; il quale, ottenuta appena qualche maggior pratica nel maneggio dei pdhnelli, già eredevasi assoluto maestro, e perciò avea divisato di restituirsi in patria, ond’ivi esercitare l’arte pittorica. 11 che udito da lui, il nostro Alessandro, indovinando quel che dipoi avvenne, sorrise, e dimandoilo quanti anni avesse. Ed egli a risponder che venti; al che il Vittoria soggiunse: forte increscergli di lui ancora acerbo c a mala pena in grado di poter fare qualche lavorietto; si fermasse intanto a Venezia, emporio d’eccellenti pitture, lo studio delle quali rinvigorisce e matura gli ingegni. Quegli, che n’aspettava tult’altro, si mise il capo in seno e arrossò; ma non per questo seppe risolversi a cambiare divisamento. «Cosi, esclama il Temanza, si fosse costui profittato dell’avvertimento!» E cosi, aggiungeremo noi, avesse il Vittoria serbato sempre questo arguto e gentil modo, e si fosse ristretto a semplici consigli agli artisti; che egli avrebbe rimosse da sé quelle dispiacenze, che gli avvennero parecchie volte con Antonio Vassilacchi, detto altrimenti l’Aliense;, delle quali ora qui, dov’è il suo luogo, riferiremo la cagione; poscia, alquanto più oltre, gli effetti. Era costui un pittore greco, anch’egli eccellente,