Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/72

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— GG — trovammo bensì che il Vittoria era avuto in gran pregio dai capi di quel governo, ma non ci venne fatto di scoprire documento alcuno di stabile impiego o di assegnamento perpetuo da parte della Repubblica; molto meno poi ch’egli sottentrasse nel carico di proto sópra la fabbrica di San Marco, e per ingegnere s’accomodasse ai servigi suoi. Trovammo anzi, che quest’uffizio l’ebbe allora certo Spavento, ch’era il lcgnajuolo, di cui il Sansovino erosi sempre valso a sopraintendere alle costruzioni di ragion pubblica. Nè però Alessandro Vittoria traeva dalla Signoria meno utile c meno onore, di quello che se fosse stalo il suo proto; conciossiachè operò di continuo nelle più cospicue fabbriche c nelle chiese erette dalla magnificenza di quel Dominio. Per questo non si rallentava femore ai consueti sludii, e mentre intese ai lavori ordinatigli dal Senato, fece anche opere grandi c belle di marmo e di bronzo ordinategli dai privali: simigliando anche in questo al suo maestro. Sull’entrar dell’Aprile di questo medesimo anno 1570, fece egli il busto c gli ornati all’iscrizione sepolcrale del veneto senatore Girolamo Grimani: opera lodatissima, che fu posta al muro sul lato destro della maggiore cappella in San Giuseppe di Castello: «opera, dice il Temanza, che qualunque professore può veder con piacere e prolitlo.» Scolpi pure in quest’anno, d’ordine di Marco Giulio Contarmi, l’immagine in pietra del poeta Girolamo Molino, che vedesi ancora oggidì in Santa Maria Zobenigo. E, per commissione del celebre Tommaso da Ravenna, ordinò Alessandro la porta. Digitìzed by Google