Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/87

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— 81 — osservò con ben calcolato prevedimcnto le regole dell’ottica, piuttosto sbozzandole che conducendole politamente; onde, dal dover queste statue essere collocate in tanta lontananza dall’occhio, non cadere nel disagio di consumare inutilmente il molto tempo nella finitezza, c poi da quel polito e levigato non ottenere ’ alcun favorevole effetto. Scolpi poco dopo il deposito del vescovo di Brescia, Domenico Bollani, pel duomo di quella illustre città, con tre statue rappresentanti la Fede, la Carità c il Salvatore, ch’egli si era altra volta proposto di lavorare in Trento dai marmi di questi monti. E fu similmente in quest’anno che, considerando come il sestiere, in cui abitava, pativa d’acqua, fece costruire un pozzo nella sua casa; e per tal modo, non solamente a sè e alla famiglia procurò un comodo perenne, ma si fece eziandio benemerito di tutto il vicinato, che per l’ayanti dovea prendere l’acqua dolce da assai distanti cisterne. La’ bocca di questo pozzo fece egli da certo scarpellino Lorenzo da Santangelo scolpire nella forma di vase, a cui egli diede il disegno; ed è bello e grazioso a vedersi. Quest’opera tuttodì sussiste, ed essendo di solido marmo rosso, ancora per lungo tempo sussisterà, a ricordanza del benefizio procuralo a quegli abitanti dall’animo gentile e preveggente di Alessandro. Ma non fu così del deposito del vescovo Bollani, che rovinò nel 1 708 per la caduta d’una torre diroccatagli sopra, e non ne rimasero illese che le sole due statue, la Fede e la Carità, che s’ammirano adesso lateralmente al pulpito di quel duomo. La statua 7