Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/88

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— 82 — del Salvatore, il quale con bella grazia teneva una corona appoggiala al costato, quantunque in gran parte malconcia, non perciò dagli intelligentissimi rettori di quel tempio fu trascurata; che anzi fu riposta in onoralo luogo, quale è l’atrio della biblioteca Quiriniana. In quest’anno mancò di vita l’antico amico del nostro Alessandro, il Tiziano; il quale, per testimonianza dell" Aretino c del Ridollì, contemporanei, «teneva il Vittoria per figliuolo.» Da ciò è agevole l’immaginarsi

  • quanto Alessandro andasse dolente di questa

perdila. Non trascorse dipoi un anno intero, che egli scolpiva T effigie di Tommaso Coniarmi, procuratore di San Marco, la quale fu posta nella cappella di Sant’Agncsc della chiesa di Santa Maria dell’Orto. In quel volto, dicevasi allora, esser non solo tal somiglianza all’archetipo, clic, al primo mirarlo, ognuno lo riconosceva; ma ben anche il sentimento, quanto far si poteva in materia si dura. Lavoro dell’anno 1579 è ugualmente quel busto di finissimo marmo, che rappresenta al vivo T effigie d’un generale, che oggi viene conservalo con molla cura nell’Accademia delle belle arti in Venezia. Ad uno di questi ultimi anni appartiene medesimamente un’opera stupenda da esso eseguila in legno, ad ornamento del regio naviglio, dello il Bucintoro: un Marte più grande del naturale* statua sovr’ogni altra bellissima e terribile nell’espressione d’ogni sua parte; e due leoni posti sui lati della poppa, di somma naturalezza. Vi fece inoltre altre statue minori, e molli Digitized by C,oo