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144 Fioraccio


Fioraccio è stato certo uno dei primi, e poi ne ha fatte tante che in queste parti è più nominato lui che Barabba nel Passio. Con questo io non intendo di dirne male: e poi tanto è morto, e il suo destino gli è un pezzo che l’ha bell’e avuto. Come ho detto, questo Fioraccio vendeva le paste, il pane e il vino, e faceva osteria. Ma la vera bottega era nella stanza di dietro, che corrispondeva sull’orto; quello era il magazzino. Li c’era di ogni cosa; legni, pali, pannine, ferri, botti e barili, orci, fiaschi, grano, vino, olio: perchè Fioraccio teneva di mano a’ ladri; e quando c’era qualcosa di rubato, si poteva esser certi che prima o poi capitava in mano sua; e in tanti anni che fece questo bel mestiere non vi fu pericolo che una volta sola i carabinieri lo potessero arrestare. Gli saranno stati dietro mille volte, gli avranno perquisito mille volte la bottega e la casa, ma sempre a vuoto. La roba, quando ne cercavano, era riposta troppo bene e Fioraccio la faceva riapparire solamente quando era tempo. Se la comprava lui la roba non la pagava mai; i suoi quattrini nessuno sapeva come eran fatti; pagava a bestemmie: se qualcuno capitava in bottega, non c’era pericolo che avesse mai il suo: alla stadera ci aveva messo il piombo sotto, e poi lo dicevano: