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44 Il libro del comando


— M’ero dimenticato di dire che in questa casa c’erano tre ragazze accreditate e belloccie, le meglio del popolo. Per le prime sere lasciaron correre e non dissero niente per prudenza, ma vedendo che Pietro, oltre ad andare a veglia senza esserci chiamato, si azzardava anche a far qualche discorso, che non ci stava, ad una di quelle ragazze, principiarono tutte e tre d’accordo a fargli delle sgarbatezze, a voltargli le spalle, a non gli rispondere, o appena appena sì e no, e basta. Anche il capoccia fece qualche discorso in aria così per vedere se gli riusciva sviarli tutti e tre; ma non c’è peggior sordo di quello che non vuole intendere. A brutto muso non volle dir mai nulla, un po’ perchè questo capoccia era dimolto pauroso, e piuttosto che ritrovarsi a una questione avrebbe dato un occhio, un po’ perchè a giocare a carte scoperte con quei capacci c’era da ritrovarsi a qualche brutto tiro.

— Una sera quelle ragazze dissero al babbo:

«Sapete, babbo, questa storia ci principia a venire a noia; ogni bel giuoco dura poco: ce lo fate il piacere di dirglielo voi a Pietro che la sera non s’incomodi più a venire a veglia?»

«E quando s’è detto a Pietro? In ogni caso bisognerebbe dirlo a tutti e tre.»

«A buon intenditore poche parole; detto