Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/153

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peraltro che nessuno rechi, pro o contro, ragioni convincenti1.

Gli ultimi a scrivere di questa Madonna furono i signori Cavalcaselle e Crowe2, i quali la giudica-

  1. Il Gherardi-Dragomanni, Memorie della Terra di San Giovanni nel Val d’Arno Superiore (Firenze, Formigli, 1834) a p. 28 dice: «In fondo di questa antica Chiesa, vi era un altare di struttura semigotica (dall’attual Priore rimodernato), detto l’altare di S. Biagio. Nella tavola di mezzo di detto altare vi è dipinta la Vergine col bambino in braccio e nelle altre quattro tavole (che al presente sono in sagrestia), S. Biagio, S. Lorenzo e due cori di graziosi angioletti. Alcuni intendenti han detto che queste cinque tavole sono o di Masaccio o di qualche suo eccellente discepolo; io rispetto questo giudizio, ma non saprei confermarlo, giacché non ho saputo trovarvi verun carattere di somiglianza, con le dipinture certe che di Masaccio ho vedute ed osservate. In quella Vergine poi e in quel bambino non trovo la sveltezza e la vita che Masaccio dava alle sue pitture. Son d’avviso che queste siano anteriori a Masaccio, ma di buona mano». Tale giudizio fu così combattuto da un anonimo (L. K. F.) nelle Memorie Valdarnesi, Pisa, Prosperi, 1835, Vol. I, p. 119: «Uno de’ pregi di cui la Terra di San Giovanni si gloria è quello di possedere nella Chiesa di S. Lorenzo pitture del suo concittadino Masaccio, che le considera come un tesoro. Il Compilatore (Gherardi-Dragomanni) toglie questo pregio alla Terra. «Il suo giudizio è fondato nella sua particolare opinione «perchè non ha saputo trovarvi verun carattere di somiglianza con le pitture certe che di Masaccio ha vedute ed osservate... perché non vi trova la sveltezza e la vita che Masaccio dava alle sue pitture... ed è di avviso che queste sieno anteriori a Masaccio, ma di buona mano», e ciò in opposizione ad alcuni intendenti che l’attribuiscono a Masaccio o a qualche suo eccellente discepolo. Altri non convengono nell’opinione di un solo particolare, che non si sa d’altronde che sia intendente, e che certamente non è artista, ed oppongono il giudizio di molti intendenti viaggiatori, i quali hanno fatto ricerca espressamente (non sono molti anni) dal Priore di S. Lorenzo di un quadro di Masaccio, e vedutolo lo hanno lungamente confrontato con i riscontri che ne avevano, ed alcuni di questi riconosciutolo per originale hanno offerto per comprarlo la somma di duemila scudi. Sembra dunque, stando all’autorità estrinseche, che il giudizio di molti intendenti e sopra tutto l’offerta di duemila scudi debbano prevalere al giudizio di un solo, che pensa il contrario».
  2. Storia della Pittura in Italia, Firenze, Successori Le Mounier, 1883, Vol. II, pag. 328.