Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/181

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Il Bambino é goffo e non ha gentilezza delicata infantile; somiglia quello della tavola di Sant’Ambrogio, e identiche per forma, per disegno, per esecuzione e, quel che più monta per severità d’espressione, sono le due Madonne, che indubbiamente uscirono dalla stessa mano.

Chi nella silenziosa penombra della chiesa di Montemarciano si trova dinanzi all’affresco, ricorda la sobria e fredda grandezza della Resurrezione di Piero della Francesca nella Casa comunale di Borgo San Sepolcro: la verità naturale subentra con aspetto brusco e profano in ambedue le pitture alla vecchia e convenzionale maniera nel rappresentar cose sacre, rompendo ogni misticismo tradizionale e sostituendo ai tipi consacrati quasi da una convenzione pia ed universale di ordinatori e di artefici, la realtà della vita. Nella pittura dell’Oratorio è lo stile nuovo che incomincia a manifestarsi rivestendo la copia fedele ma non volgare di quel che gli occhi vedono col magistero della vera potenza dell’arte, la quale aborrente appunto da ogni volgarità tende, al pari del sole che tutto fa bello con la lucentezza dei suoi raggi, le proprie manifestazioni illuminate da quell’alto ideale che l’artista in sé concepisce e verso il quale tende; ideale di cui si scorge il riflesso anche attraverso i difetti e le incertezze, inevitabili prima di raggiungere la franchezza sicura del maestro.

Nel piccolo spazio di muro del tabernacolo di Montemarciano abbiamo certamente una delle prime prove del giovane artefice, aspettante con impazienza