Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/183

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che senza dubbio, nel vederla tutti i giorni, nell’animo come negli occhi eragli rimasta impressa.

Un’opera del maestro esisteva molti anni or sono in Figline nell’antica bottega di pannine appartenente alla famiglia dei Parenti. Era una piccola tavola lì posta, com’era usanza, per devozione; la qual tavoletta, chiusa la bottega, fu per lungo tempo ritenuta come cosa di nessuna considerazione1.

Come vedesi dalla riproduzione qui unita, la Vergine Madre sorregge il divino Fanciullo tutto nudo e in piedi sopra un piano che le rimane davanti. Il manto ha pieghe naturali e disposte con vera maestria; la composizione poi, senza apparire studiata, ha tutta la grandiosità energica e la serietà caratteristica del maestro, il quale quando eseguiva la pittura doveva essere già sicuramente assai esperto nell’arte. Il disegno è fermo e deciso, la modellatura eccellente, il rilievo ottenuto con la massima semplicità di mezzi: i tipi nella loro cruda verità naturale sono privi di ogni seduzione di forma e di ogni piacevolezza, e nessuno degli ornamenti cari ai pittori mediocri abbellisce quella creazione di rara potenza. La Vergine é ritratta grave ed impassibile, ed il Bambino non ha il menomo fascino infantile e neppure un indizio di quella grazia che divenne poi tanto familiare e comune ai maestri del fiorire del Rinascimento. Masaccio era il pittore della grandezza che impone, non

  1. La tavoletta veduta da qualche intelligente e giudicata di Masaccio, fu venduta ad un inglese verso il 1870 per 6600 lire. La riproduzione è tolta da una fotografia fatta in quei tempo dal Brogi di Firenze.