Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/184

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della grazia che seduce, e nelle fronti larghe come negli occhi pensosi del gruppo sembra anche lì quasi tradotta la vigoria virile e strana dell’indole sua.

Un ricordo del tempo e della maniera di Masaccio conservasi ancora in una villa del Valdarno, cioè una tela staccata dalla tavola dov’è figurato il miracolo di San Zanobi, arcivescovo fiorentino, quando risuscitò un fanciullo 1.

L’uomo venerando, calvo, con la barba bianca e con un’aureola dorata intorno alla testa, ricoperto da un ricco piviale di stoffa a fiorami, deposta la mitra in terra e stando inginocchiato, alza gli occhi al cielo in atto di fervente preghiera per la vita del fanciullo, il quale già resuscitato e seduto appoggia una mano in terra tendendo vivamente l’altra verso la madre, che con un lungo bastone ed il cappello da pellegrina dietro le spalle, muove incontro al Santo. Molti spettatori in costume del XV secolo, fra i quali un brutto nano

  1. Vedi la storia di quel miracolo nel Razzi Silvano, Vite de’ Santi e Beati Toscani, Firenze, Sermartelli, 1627, pagg. 78-80. Il fatto è altresì ricordato in una iscrizione sulla facciata del palazzo Altoviti in Borgo degli Albizi. Nella Firenze antica e moderna illustrata (Firenze, Bouchard, 1794, pag. 82) si legge riferito quanto in proposito scrisse il Cinelli; qui basti trascrivere ciò che egli dice intorno all’usanza di commemorare il miracolo: «Per questo (miracolo) nel secondo giorno di Pasqua di Resurrezione, ogni anno quando il Clero del Duomo torna dalla Chiesa di S. Pier Maggiore in processione, arrivando a questa pietra (cioè a una pietra posta nel mezzo della via) è costumato di fermarsi; e l’Arcivescovo, o, quando non è presente, un Canonico, dice un orazione pertinente a questo miracolo»; e poi: «Si può aggiugnere che ivi si poneva un altare portabile con quadro rappresentante S. Zanobi, e che la Processione, dopo detta l’Orazione, si sbandava, fingendo di fuggire chi per una parte, chi per l’altra, in memoria della maraviglia e paura di aver veduto risuscitare un morto; onde volgarmente si diceva la Processione delli Scappati».