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Del Prof. adolfo venturi
UN VÓTO.
I conterranei di Masaccio si gloriano del pittore immortale, i visitatori del Valdarno s’accostano riverenti alla terra che détte semenza di tanta bellezza, l’Italia in lui si esalta. Ma quale è il posto del Grande nel Pantheon della gloria? e dove è il degno monumento erettogli dalla critica moderna? Ancora la sua gloria si sente, ma non si definisce, ché solo da qualche tempo, non francamente e non sempre, si distingue Masaccio da Filippino Lippi, suo continuatore nella cappella Brancacci; ancora si discute per determinare se a lui o a Masolino maestro appartenga questa o quell’opera; né si tien conto a sufficienza, per la giusta misura delle grandezze, dell’arte settentrionale che in Altichiero si afferma, prima che in Toscana, solennemente. Per tutto il Trecento, Giotto dominò dalle rive dell’Arno; e la sua grandezza gravò sulla libertà dell’arte pittorica. Masaccio, fuor dalle castella giottesche, cercò, sotto altri e moderni punti di mira, la verità della vita. Nuovo imperio fu il suo sulla