Questa pagina è stata trascritta ma deve essere formattata o controllata. |
- 56 - |
nascimento,
lottava e si avanzava alla ricerca del vero
e del reale.
Nella volta, le figure che campeggiano fra le decorazioni ornamentali risentono sempre di quella freddezza propria della scuola che segui la maniera dei Gaddi; nel S. Cristofano e nell’altro Santo che gli sta a lato, già si veggono impressi i primi tentativi di un arte più naturale e più umana; nei resti del martirio di S. Sebastiano questo sentimento del vero si fa più vivo, lo studio di certi particolari, di certi effetti, di certe attitudini delle figure è già più pronunziato; mentre nella figura del S. Antonio Abate l’arte del risorgimento si afferma già in modo potente e gagliardo.
Non siamo ancora al trionfo di cotest’arte, perché forse l’artista non è che un gregario di que’ grandi maestri che glorificarono l’aureo quattrocento; ma accanto alla monotonia tuttora convenzionale del partito delle pieghe, non possono sfuggire la vigorosa espressione di un sentimento profondo, in quella faccia austera e solenne dell’eremita stremato dalle privazioni e quell’energia quasi inquieta dell’apostolo della fede che si manifesta nel movimento della figura e soprattutto dalle mani che stringono nervosamente il bastone ed il libro.
I frammenti deturpatissimi che sono apparsi sotto le ripetute mani di un colore tenacissimo e indurito dall’umidità, questo soprattutto hanno d’importante: che essi segnano diversi punti ben determinati dello svolgimento dell’arte toscana fra la fine del XIV e la metà del XV secolo.