Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/73

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Nella storia dove vedesi il S. Cristofano, la figura del Santo si distacca da quella forma tradizionale sotto la quale i seguaci de’ Gaddi l’hanno in tanti luoghi e quasi identicamente ritratta. C’è in essa un ricordo della maniera di Spinello Aretino, ma più perfezionata, più ingentilita; e forse di cotesta stessa mano sono pure quella figura di vescovo, disgraziatamente priva del volto, che é dipinta nel pilastro presso la porta e che ha un partito di pieghe stupendo, ed i resti delle figure di putti che ornavano una nicchia, dove più tardi accomodarono, si direbbe per dar campo agli sfoghi delle fantasie più fervide, quel cadavere mummificato tolto da qualche tomba.

La storia del martirio di S. Sebastiano, distrutta nella sua parte centrale per dar posto a quella meschina figura settecentesca di S. Francesco, è relativamente la parte megho conservata degli affreschi che adornavano la navatella di S. Lorenzo. È d’un artista che segue in qualche modo le tracce dell’Angelico, che ritrae con minuziosa cura gli accessori, che accentua nell’espressione delle figure il sentimento religioso fino a suscitare il disprezzo ed il ribrezzo verso i manigoldi carnefici ritraendoli brutti, ed in attitudini sconce e volgari. Il nome dell’artista non resta ignoto, perché egli stesso lo ha impresso a piedi del dipinto in una lunga iscrizione, non senza difficoltà decifrata; Qesto lavorio a fato fare Luca di Giovachino p sua divotione ano Domi (sembra 1456 o 57) in dicembre — Giovanni di San Giovanni dipinse.