Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/90

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era tutta l’arte, e perciò oltre l’avanzamento che doveva farsi nella tecnica del dipingere, bisognava che le stesse concezioni estetiche assumessero una maggior vigoria. Nessuno adunque vinse né poteva vincere il grande istitutore della pittura nella suprema gentilezza delle espressioni, nella parsimonia efficace dei tratti, nella spiritualità dei soggetti, che parvero discesi

di cielo in terra a miracol mostrare.

Occorreva però che l’arte si volgesse a nuove imprese, e si facesse più d’appresso alla natura per interpretarne i mirabili segreti e per aggiungere al fascino delle cose belle l’evidenza e il palpito della verità.

Allo svolgimento organico dei germi giotteschi intesero Masolino da Panicale, Parri Spinelli e Paolo Uccello; ma essi furono in gran parte come quei luminari della scienza, che intuirono il vero e gli passaron vicini senza scoprirlo interamente. Così quegli artefici diedero prova nelle loro opere di aver veduto dove stavano le imperfezioni dell’arte, e che cosa bisognava fare per renderla capace di più gagliarde espressioni e rappresentatrice di un maggior movimento negli affetti; ma nel vasto programma non poterono completamente riuscire. E dico — vasto programma — perché occorreva dare più naturalezza alle movenze dei corpi, posar le figure sul piano anziché rappresentarle in punta di piedi, infondere in esse più vivacità di espressione e come una novella vita, correggere le risibili ingenuità della prospettiva appena tentata, e mirare poi a grandiosi concepimenti.