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l’ugna è novella ed ancora tenera, basterà assottigliarla fintanto non formi che una crosta molle; è alle volte necessario cauterizzare queste vegetazioni, tanto col cauterio attuale, che coi caustici potenziali.

Le piaghe complicate da fistole non guariscono che quando queste sieno sparite radicalmente; e che la loro cicatrizzazione proceda dalla radice. Questi seni, più o meno profondi, retti o tortuosi, possono dipendere ed essere mantenuti da un cattivo stato della piaga, da una compressione esterna, da un punto interno d’irritazione, ed il più sovente ancora da una carie tendinosa, legamentosa, cartilaginosa od ossea. Far cessare ogni compressione, rianimare la piaga quando sia livida o nerastra, calmarla allorchè sia infiammata, rossa ed accompagnata d’intumidimento e da calore; tali sono le indicazioni da soddisfare nei due primi casi. Le fistole che dipendono da una alterazione particolare, dalla carie di un osso o d’una cartilagine, oppure d’un corpo straniero ritenuto tra le carni, introdotto dal difuori o formatosi internamente, come le esfoliazioni ossee, esigono costantemente la distruzione della causa occasionale. Ogni volta che le circostanze il permettono, è utile sbrigliare, spaccare da ogni lato, mettere allo scoperto il fondo della fistola, affine d’interessare il punto d’irritazione, distruggerlo in un modo qualunque, e determinare così una buona cicatrizzazione. Allorchè non si può, senza gravi pericoli, impiegare lo stromento tagliente, o che non riesca possibile portarlo fino ad una certa profondità, si cerca di-