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La claudicazione che manifestasi dal principio, aumenta in ragione del dolore; alle volte le sofferenze sono tali, che il cavallo è costretto tenere il membro ammalato in una contrazione permanente e non appoggiasi che su tre gambe: questa attitudine forzata può, prolungandosi, portare la riprensione ai piedi sani, e produrre diversi accidenti spiacevoli. Le fistole stabilite al disopra dell’ugnatura lasciano trapelare un umore fetido, puriforme, di sovente bigio, sanioso, icoroso, e danno uscita a particelle verdastre, veri frantumi della fibro-cartilagine intaccata. L’apparizione di questi frammenti è segno certo della cronicità e dei progressi avanzati della malattia.

Il decorso del giavardo cartilaginoso è sempre più o meno lento, secondo il temperamento del soggetto e l’influenza delle cause occasionali. I cavalli di costituzione floscia, che hanno grossi e lunghi peli, la vorano molto tempo con queste sorta d’ulcere, soprattutto se non rendono che leggeri servizi, e se hanno i piedi al coperto d’ogni corpo irritante. Nei cavalli fini e nei quali la sensibilità è sovente molto esaltata, i progressi dell’affezione sono rapidi, ed i dolori divengono acuti. L’intumidimento infiammatorio si stabilisce prontamente nella corona, ed aumenta in pochi giorni, la materia non tarda a soffiare al pelo1; le fistole appariscono ed operasi il distacco

  1. Soffiare al pelo, espressione molto usitata in mascalcia e nella chirurgia veterinaria; la si impiega per indicare la sorti ta della materia fluida che s’innalza nell’interno dello zoccolo, trapela e sorte dall’ugnatura disunita dalle parti sotto giacenti.