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la sua base (trocisco). Si dilata la fistola, col cauterio a punta, o col bistori, in modo di permettere il passaggio al caustico, che importa inoltrare sino al punto cariato. Il pezzo di sublimato essendo giunto nel fondo della fistola e sulla fibro-cartilagine, si tura l’apertura esterna colle stoppe inzuppate nel vino caldo, affine di contenere in posto il caustico; si spalma di grasso tutto lo zoccolo, come pure la corona; si applicano alcune faldelle al dissopra del tampone, e si eseguisce la fasciatura. La presenza del corpo straniero nell’interno del piede aumenta tosto il dolore primitivo, determina il gonfiamento, la tumefazione in corona, e dà luogo ad una serie di fenomeni più o meno gravi, Così è necessario tenere il cavallo al regime, cavargli anche sangue; se i dolori, che vanno sempre aumentando sino alla formazione dell’escara, divengono considerevoli.

Dopo cinque o sei giorni, si leva il primo apparecchio, e levando le stoppe, bisogna aver cura di non smuovere il tampone che mantiene il caustico. Bisognerà dunque limitarsi a levare le faldelle, lavare la parte col vino caldo, pulire tutto il piede; in seguito, si eseguirà la medicazione, come la prima volta, e si continuerà nell’egual modo sino dopo la caduta dell’escara. Quest’ultima produzione si manifesta dapprima con un cerchio, che circoscrive una superficie scolorita della grandezza di circa una moneta da due franchi; la linea circolare diviene vieppiù apparente, e la parte circoscritta acquista una tinta nera; infine la separazione della parte morta