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ne, e soprattutto per evitare accidenti spiacevoli. Se il cavallo è giovane, ardente e molto irritabile, è prudenza disporlo per subire l’operazione, tenendolo al regime diluente per due o tre giorni, se ciò è possibile, e facendogli una cacciata di sangue; con vien anche impiegare per la parte ammalata i bagni d’acqua tiepida ed i cataplasmi emollienti. Queste precauzioni sono inutili pei cavalli torpidi, ed in generale per tutti quelli i quali sono poco sensibili e nei quali non si ha a temere una febbre di reazione. Del resto, qualunque sia il temperamento del soggetto, come pure la gravità dell’operazione da praticarsi, bisogna sempre preparare dapprima il piede, pareggiarlo a fondo ed aggiustarvi un ferro detto a dissuolatura. Questo, leggero, molto sottile e non avente che quattro o cinque stampi (Tav. III, fig. 21), deve avere poca imborditura e gambi lunghi propri a favorire le medicazioni. Preparansi eziandio stecche di legno ed una traversa pure di legno o di ferro; si procacciano le sostanze medicamentose, le faldelle, le tente e stuelli dei quali presumesi aver bisogno: prese tutte queste disposizioni, lasciando l’animale in piedi finchè è possibile, si applica uno strettojo in pastoja, si leva via il ferro se era stato attaccato, e si procede all’operazione come siegue. Si comincia ad esportare, colla foglia di salvia o coll’incastro, tutta l’ugna staccata, che si taglia sempre alquanto al di là di sua disunione; questa prima manovra facilita l’amputazione di tutte le carni alterate, che si recidono colla foglia di salvia. Ter-