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176 Giro del Mondo

nella stanza; e d’una Mora, che partorendo, vicino alla medesima, tutta la notte fece urli, e strepiti da spiritata.

Risolsi la mattina del Martedì 29. lamentarmi col doganiere, di Selim, il Moro, il quale s’avea tolte fuor di ragione le due piastre. Egli mi rispose che non avea giurisdizione sopra colui, ma che avria potuto dirlo al Bassà del Cairo. Intanto avendosi a partire la barca, convenne, per non perder la comodità, montarvi su, in compagnia del doganiere, che dovea fare l’istesso viaggio.

Attendemmo dunque il Mercordì ultimo del mese, a navigare, con buon vento, sul medesimo braccio del Nilo; e’l Giovedì primo di Ottobre con l’istessa prosperità sormontammo il fiume. Il doganiere si contentò di star due giorni senza mangiar carne, per non esservi alcun Giudeo, che tenendo coltello senza macchie, potesse nel luogo dalla superstiziosa maomettana legge stabilito, ferire qualche castrato, gallina, o altro uccello, che avevamo in barca.

Arrivammo a’ 2. d’Ottobre in Bulac, ed essendo giorno di Venerdì, in cui partiva la barca per Roseto, non feci altro, che imbarcarmi di nuovo, scendendo


a se-