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366 Giro del Mondo


CAPITOLO NONO.

Ritorno in Costantinopoli.


S

Abato 20. partii per Montagnà, dove giunsi dopo 18. m. di strada fangosa, con tre ore di giorno. Questo luogo è situato parte sul piano, e parte sopra un colle, alla riva di un seno, che vi forma il Canale, di 30. m. di giro. Le case sono la maggior parte basse. Alloggiai in un ben grande, e famoso Xan, con buone camere, che tiene una fontana in mezzo, e sopra questa una loggia coperta di tavole, dove vanno i Turchi ad orare cinque volte il dì. Domenica 21. partendosi due Caicchi (che sono picciole barche a tre remi) m’imbarcai per Costantinopoli sopra uno di essi; ed essendo solito visitarsi le robe, le mie valige non s’apersero, avendo mostrato il Thescherè o bollettino della Dogana di Alessandria. S’imbarcò meco un di quei Santoni Turchi, che chiamano Dervisci; non già di quelli, che vivono ritirati in comune, ma più tosto un birbante vagabondo, che ostentava una vita austera per ingannare il Mondo. Dall’umbilico in su lo coprivano due pelli di pecora; nel rimanente altre pelli accomodate a modo di gonna. In testa portava una berretta bianca con un lun-


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