Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/181

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Del Gemelli. 153

pietra di Diaspro fissa nel muro, alta otto palmi, larga quattro. Non v’erano appese lampane, come usano i Turchi; però nel suolo erano buoni tappeti, ed a sinistra della nicchia il Pulpito, con un’ottima scala di pietra.

Stanchi ormai dall’aver camminato per tanti Bazar, andammo sotto la Campana, al lato settentrionale del Meidan, in una Bottega di Caffè, attendendo l’ora fortunata, col passatempo del fumare. Un’indiscreto Mullah fra questo mentre sedutosi, senza sopraveste, e turbante, principiò con molta gravità un sermone in lode dì Scia-Abas il Grande, e di Scia-sofì, innalzando sino alle stelle i loro fatti, e conquiste. Si riscaldò nel suo Panegirico in sì fatta maniera, che gridava come pazzo, anzi urlava come bestia, cadendogli talvolta la spuma per la bocca; particolarmente quando nominava qualche fatto d’arme; applaudendo gli uditori intanto con battere le mani, e pippe. Durò due ore cotal baja, in fine della quale andò il Mullah in giro raccogliendo la limosina d’uno o due Casbei per ciascheduno, e ritornossene a casa con due Abassì.

Giunta l’ora riputata dagli Astrologi


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