Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/21

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dice: 1 Ceteros pudeat, si qui ita se cunctos litteris abdiderunt, ut nihil possint ex his neuque ad communem afferre fructum, neque in aspectum, lucemque proferre: e oltreacciò egli si è fuor di dubbio, che 2

                              _______ Quæ fuit durum pati,
Meminisse dulce est._______

Potrebbe anche di leggieri adivenire, che nobil desiderio nella mente ti s’accendesse, di prenderne, con gli occhi proprj, esperienza; ed in tal caso egli sarà molto in acconcio de’ fatti tuoi, sapere mercè di lui, le distanze de’ luoghi; gl’infiniti, e non pensati pericoli, a’ quali apparecchiar ti bisogna; e’l danajo, che mal tuo grado spendere ti converrà: imperocchè molto di rado truovansi di coloro, i quali, come volea Platone 3 siano mansueti, ed umani co’ peregrini. Afferma Diodoro Siciliano 4 buona cosa essere, coll’esemplo altrui, dirizzare a miglior fine il corso di nostra vita; ed io parimente dirolti, colle parole del Comico 5

Scitum est, periculum ex alÿs facere, tibi ex usu quod siet.

Molti senza fallo si sono in ciò prima adoperati; ma tutti coloro, che a nostra conoscenza sono venuti, non tutto ciò, che hanno scritto, aveano per veduta compreso; poiché v’ha ne’ loro libri di quelle cose, che giammai non furono, nè per alcun tempo avvenire saranno. La prudente incredulità, deesi, per comun consentimento de’ savj, ad ogni altra virtude anteporre: 6 onde Epicarmo, ebbe a dire

Νὴφε, χὶμέμνασ’ ἀπιςἑιν ἂρθρἀ ταῦτα τγς φρενῶν.

Cioè: Sij vigilante, e sovvengati di non prestar


fede.     
  1. Cicer. pro Arch. Poëta.
  2. Sen. Herc. Eur. Act. 3.
  3. Plat. de legib. 12.
  4. Proëm. Bi. bliot. Histor.
  5. Terent. in cantontimer. Act. 1. Sc. 2.
  6. Epichar. ap. M. Cicer. epist. ad Att. lib. 1. 19. Q. Cic. de petit. Consul. Eurip. in Helena. Hesiod. oper. et di.